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Lettera Pastorale di S. E. Mons. Stefano Rega


 Natività di San Giovanni Battista

Antifona d'Ingresso Gv 1,6-7; Lc 1,17
Venne un uomo mandato da Dio,
e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce
e preparare al Signore un popolo ben disposto.


Fuit homo missus a Deo, cui nomen erat Ioánnes.

Hic venit, ut testimónium perhibéret de lúmine,

paráre Dómino plebem perféctam.


Colletta
O Padre, che hai mandato san Giovanni Battista a preparare a Cristo Signore un popolo ben disposto, allieta la tua Chiesa con l'abbondanza dei doni dello Spirito, e guidala sulla via della salvezza e della pace. Per il nostro Signore...

Deus, qui beátum Ioánnem Baptístam suscitásti, ut perféctam plebem Christo Dómino præparáret, da pópulis tuis spiritálium grátiam gaudiórum, et ómnium fidélium mentes dírige in viam salútis et pacis. Per Dóminum...


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
Is 49,1-6
Ti renderò luce delle nazioni.

Dal libro del profeta Isaìa
Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.
Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all’ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua faretra.
Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».
Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza –
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all’estremità della terra».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 138
Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.

Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda.

Meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.

Seconda Lettura At 13,22-26
Giovanni aveva preparato la venuta di Cristo.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, [ nella sinagoga di Antiochia di Pisìdia, ] Paolo diceva:
«Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”.
Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza».

Canto al Vangelo Cf Lc 1,76
Alleluia, alleluia.

Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo

perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade.
Alleluia

 

Vangelo Lc 1, 57-66. 80
Giovanni è il suo nome.

Dal vangelo secondo Luca
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.

Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Sulle Offerte
Accogli, o Padre, i nostri doni nel solenne ricordo della nascita di san Giovanni il precursore, che annunziò la venuta e indicò la presenza del Cristo salvatore del mondo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Tua, Dómine, munéribus altária cumulámus, illíus nativitátem honóre débito celebrántes, qui Salvatórem mundi et cécinit affutúrum, et adésse monstrávit. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.


Prefazio
La missione del Precursore.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Noi ti lodiamo per le meraviglie operate in san Giovanni Battista,
che fra tutti i nati di donna hai eletto e consacrato
a preparare la via a Cristo Signore.
Fin dal grembo materno esultò per la venuta del redentore;
nella sua nascita preannunziò i prodigi dei tempi messianici
e, solo fra tutti i profeti,
indicò al mondo l'Agnello del nostro riscatto.
Egli battezzò nelle acque del Giordano
lo stesso tuo Figlio, autore del Battesimo,
e rese a lui la testimonianza suprema
con l'effusione del sangue.

E noi, uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo senza fine l'inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...

 

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.

 

In cuius Præcursóre beáto Ioánne

tuam magnificéntiam collaudámus,

quem inter natos mulíerum honóre præcípuo consecrásti.

 

Qui cum nascéndo multa gáudia præstitísset,

et nondum éditus exsultásset ad

humánæ salútis advéntum,

ipse solus ómnium prophetárum

Agnum redemptiónis osténdit.

 

Sed et sanctificándis étiam aquæ

fluéntis ipsum baptísmatis lavit auctórem,

et méruit fuso sánguine suprémum illi testimónium exhibére.

 

Et ídeo, cum cælórum virtútibus,

in terris te iúgiter prædicámus,

maiestáti tuæ sine fine clamántes: 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...

 


Comunione
Cf Lc 1,78
Nella bontà misericordiosa del nostro Dio
ci ha visitato dall'alto un sole che sorge,
Cristo Signore.

 

Per víscera misericórdiæ Dei nostri,

visitávit nos Oriens ex alto.


Oppure: Lc 1,60.66
« Giovanni è il suo nome ».
Davvero la mano del Signore stava con lui.

Dopo la Comunione

Esulti, o Padre, la tua Chiesa, nutrita alla cena dell'Agnello; riconosca l'autore della sua rinascita, Cristo tuo Figlio, che la parola del precursore annunziò presente in mezzo agli uomini. Per Cristo nostro Signore.

 

Cæléstis Agni convívio refécti, quæsumus, Dómine, ut Ecclésia tua, sumens de beáti Ioánnis Baptístæ generatióne lætítiam, quem ille prænuntiávit ventúrum, suæ regeneratiónis cognóscat auctórem. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.

 

Le riflessioni di Don Michele Coppa

Celebriamo oggi la solennità della natività di San Giovanni Battista. E’ solennità che ci porta nel cuore della riflessione sull’importanza fondamentale che Giovanni Battista ha  nella storia della salvezza.

Egli stesso è un dono di Dio a Zaccaria ed Elisabetta, ormai avanzati in età e sterili. Ma è un dono per l’umanità in attesa del Messia.

E’ un dono anche il nome “Giovanni”, un nome che non trova riferimento nella parentela di Zaccaria, ma che trova spazio nel cuore di Dio e oggi è amato dalla Chiesa.

Il nome indica l’essenza  della persona. “Che sarà mai questo bambino?”, si chiedeva la gente.

Gesù dirà di Giovanni: “Nessuno fra i nati di donna è più grande di lui”. Eppure si fa piccolo, risulta “voce” che grida nel deserto, una voce che invita alla conversione, che richiama la giustizia e la morale, una voce che annuncia la venuta di Gesù, una voce che insiste perché i discepoli seguano Gesù, una voce interiore che dice a se stesso: “io devo diminuire e Lui deve crescere”. Il Battista continua ad essere un insegnamento per noi per il suo esempio di essenzialità, di rigore, di semplicità, di penitenza, ma soprattutto di amore per la verità fino alla disponibilità del sacrificio della sua vita.

Gli occhi di Giovanni e quelli di Gesù s’incrociano poche volte, ma è quanto basta per dirci la dimensione e l’intensità dell’intesa tra loro, della continuità dell’opera salvifica messa in atto dal Padre. Se gli occhi s‘incrociano poche volte, il cuore dell’uno è nel cuore dell’altro.

Don Michele Coppa

 

 

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